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Cenni storici |
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Denominazione Tenero-Contra è il nome ufficiale dell’abitato e del comune dal 13 maggio 1914; fino a quella data la denominazione era «Municipalità di Contra». Le forme dialettali sono Téndro, Téner e Cóntra. La più antica menzione di Tenero risale al 1235 ed è contenuta in una pergamena conservata presso l’Archivio della Corporazione Gordolese, in cui si nominano «Lorentius de Tendero e Manfredus de Tendero»; nello stesso documento si trova anche la prima citazione di Contra, in cui compare «Lorentius f.q. Tarulli de Contra». Gli abitanti di Tenero sono detti Tendrítt, quelli di Contra Contrítt e sono soprannominati Zücch, termine che richiama lo stemma patriziale, raffigurante appunto una zucca, a cui è legata una leggenda. Tanti anni fa un mulo, un asino e un becco, quest’ultimo carico di tre grosse zucche, partirono da Contone. Giunta a Minusio, la comitiva salutò l’asino, che decise di fermarsi in pianura, mentre gli altri animali salirono verso la collina. A Brione sopra Minusio, colpito dall’aria fresca e dall’ottima erba, il mulo si accomiatò dal becco, che proseguì il cammino verso Contra. Deciso a salire più in alto, il becco si liberò tuttavia delle pesanti zucche e si incamminò verso Mergoscia. Le zucche abbandonate dal becco divennero così l’emblema dei Contrítt; gli altri animali assursero invece a simbolo degli abitanti degli altri tre villaggi. Sul territorio è ancora attivo il Patriziato; le famiglie patrizie tradizionali di Contra sono Bacciarini, Cajocca, Canevascini, Dadami, Galliciotti, Maggini, Mazzoni, Storni, mentre le famiglie Piantoni, Rossini e Zanola (o Zanolla), citate nel Registro delle famiglie patrizie del 1895, sono estinte. Contra, prima del 1893, anno in cui fu innalzata la sacrestia. In questa foto l’opera non è ancora stata eseguita. È la più antica immagine fotografica di Contra finora conosciuta. |
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Popolazione Il comune fa parte del circolo della Navegna nel distretto di Locarno. Alla fine del Cinquecento, in base ai rilievi effettuati in occasione della visita pastorale del 1597, Tenero e Gordola comprendevano 400 abitanti, mentre Contra ne contava 228. Il primo censimento del 1850 registrava 198 abitanti, per cui possiamo dedurre che, nel periodo tra il 1500 e il 1800, il numero di abitanti si aggirasse attorno alle 200 unità. Un netto incremento della popolazione si ebbe dalla metà dell’Ottocento, passando dalle 198 unità del 1850 alle 2751 alla fine del 2011 (+ 1289%). Furono soprattutto le terre al piano a conoscere il maggiore incremento demografico, grazie allo sviluppo industriale e in seguito al turismo. Determinante fu l’apporto immigratorio di persone provenienti dai comuni del cantone, da altri cantoni e dall’estero (nel 1910 la popolazione straniera rappresentava il 45,6%). L’emigrazione oltremare fu limitata. Tra il 1868 - anno della disastrosa alluvione che provocò numerose vittime, distrusse estese superfici agricole e gettò nella miseria molte famiglie - e il 1869, da Tenero-Contra partirono una ventina di persone. Per quanto riguarda le attività economiche, si è passati da una realtà prevalentemente agricola a una presenza industriale che ha conosciuto il suo massimo sviluppo nel secondo dopoguerra. Dagli anni Novanta del secolo scorso si assistette a un graduale declino del settore secondario, parallelamente si registrò un progressivo spostamento della manodopera verso il settore terziario. |
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Popolazione dei comuni del Comprensorio Verzasca Piano, dal 1850
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Tipo di insediamento L’altitudine del territorio si estende dai 193 metri sul livello del mare del Lago Maggiore, ai 1050 metri di Sótt Crèsta, poco sotto i Monti di Lego. La superficie del territorio comunale è di 369 ettari, di cui 168 occupati da superfici boschive, 106 da superfici di insediamento, 54 da superfici agricole, 27 da superfici del traffico e 14 da superfici improduttive. Il comune confina a nord con Mergoscia, a ovest con Brione sopra Minusio e Minusio, a est con Gordola e a sud con il Lago Maggiore. Il comune presenta due zone geograficamente ben distinte: la collina su cui sorge Contra, sovrastata dalla zona boschiva che sale verso Lego e il piano, un vasto territorio alluvionale, su cui si è sviluppato l’abitato di Tenero, il cui nucleo antico sorge ai piedi del pendio. Tenero con il fiume Verzasca in primo piano. Si noti l’assenza della Centrale, inaugurata nel 1908. È la più antica immagine fotografica di Tenero finora conosciuta, 1903-1908. |
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Preistoria La presenza umana sul territorio comunale è attestata dal Neolitico (tra il 5500 e il 2200 a.C. circa). La tradizione popolare ricorda il ritrovamento di selci alla foce della Verzasca, mente altre selci sono state scoperte in una tomba scavata nel 1800-1881. Resti di legni, rinvenuti sulla sponda destra della Verzasca, datati con il metodo del C14, risalirebbero al 3685 (± 80) a.C., ma non è stato possibile stabilire una relazione con un’eventuale presenza umana. I primi reperti archeologici risalgono all’età del Bronzo (dal 2200 circa al 900 a.C.); nel 1933, nella proprietà Galfetti (Via San Gottardo), fu ritrovata e scavata una tomba contenente un’urna cineraria e cinque braccialetti datati al XIII secolo a.C. Molto più numerosi sono invece i ritrovamenti risalenti alla seconda età del Ferro (inizio IV secolo a.C. – ca. 30 a.C.). Nel 1970, nei pressi della centrale telefonica PTT, furono rinvenute 23 tombe in parte a inumazione con semplici corredi (una fibula e uno o più vasi in ceramica). Fanno eccezione alcune tombe con un corredo più ricco: fibule con inserti in corallo, orecchini con vago in ambra, bicchiere a calice. A Contra, in località Servèta, è noto il ritrovamento di una fibula e di una ciotola. Tenero, orecchini in bronzo con perla d’ambra; Contra, ciotola in ceramica, età del Ferro (Archivio UBC, Bellinzona) |
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Epoca romana Già dal II secolo a.C. l’area situata a nord del Po era sotto controllo romano; da questa area, alle porte del Ticino, furono intraprese le campagne militari volte al controllo dei valichi alpini. Il Lago Maggiore costituiva un’importante via di comunicazione, come confermato da notevoli ritrovamenti archeologici nel Locarnese e in particolare a Muralto. Tenero era un punto di approdo importante verso le valli alpine. Si segnala a tal proposito la presenza di una Stráda Romána o Vía Francésca e la scoperta di estese necropoli. Nel 1880-1881 Emilio Balli, nell’area delimitata dalla via Francesca e dalla via San Gottardo, portò alla luce 91 tombe risalenti al I-II secolo d.C. e comprendenti offerte di cibo (in contenitori di ceramica, vetro e pietra ollare), oggetti personali (gioielli, oggetti da toilette, utensili) e oggetti con funzione simbolica o rituale. Nel 1970, nell’area su cui fu edificata la centrale telefonica PTT, furono trovate sette tombe di epoca romana, sovrapposte in parte a quelle più antiche dell’età del Ferro. Anche a Contra i ritrovamenti sono più numerosi per l’epoca romana. Alla fine dell’Ottocento, in località Olíva, furono scoperte diverse tombe contenenti vasi di ceramica e vetro e oggetti di metallo, mentre in località Servèta, all’inizio del Novecento, furono rinvenute numerose monete. Olpe rinvenuta a Tenero nel 1970, età romana (Archivio UBC, Bellinzona) |
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Medioevo ed epoca moderna
L’inizio del Medioevo, che gli storici fanno risalire alla data della caduta dell’Impero Romano (476 d.C.), coincise con l’arrivo nelle nostre regioni di popolazioni germaniche, di cui però si hanno poche informazioni. Attorno al 568 d.C. il Locarnese passò sotto il dominio dei Longobardi, a cui succedettero i Franchi (774 d.C.). Verso il Mille, il vescovo di Como concesse in feudo queste terre alla famiglia Besozzo e nel 1164 l’imperatore Federico I Barbarossa accordò ai «domini et capitanei» (i nobili) di Locarno il diritto di mercato esonerandoli, nello stesso tempo, dall’obbligo di versare tributi o servizi. Con questa decisione l’Imperatore si assicurava un accesso ai porti e alle vie transalpine. Dal canto loro i nobili locarnesi esercitavano diritti di decime, prelevavano dazi e tasse di varia natura. Si configurò così una società composta dalla nobiltà e dalle vicinanze, cioè le comunità di villaggio formate dai capifamiglia uomini (i vicini). Le vicinanze funzionavano con un ordinamento autonomo regolato, oltre che dalla consuetudine, dagli statuti, con un podestà, un’assemblea e dei giudici. Anche le comunità di Contra e Tenero erano tenute a versare le decime a favore dei nobili locarnesi. Questa relativa indipendenza del Locarnese cessò nel 1249 quando Locarno entrò a far parte del territorio di Como. Nel 1342 la regione passò poi sotto il dominio dei Visconti, signori di Milano. L’importanza strategica del Locarnese attirò le mire di altre potenze: i Francesi e i Confederati. La zona della Fraccia, caratterizzata da una profonda gola scavata dal fiume Verzasca, costituiva uno sbarramento naturale di capitale importanza per il controllo e la difesa dell’accesso a Locarno. Il valore strategico del luogo fu rafforzato con la costruzione di torri e muraglioni in modo da costituire una vera fortezza, che nel 1503 fu presa d’assalto dalle truppe confederate. La murata fu distrutta e i soldati proseguirono fino a Locarno, dove misero sotto assedio il castello senza tuttavia riuscire a conquistarlo. Dieci anni più tardi, i Confederati tornarono all’assalto e nel 1513 Locarno passò definitivamente sotto il dominio svizzero, diventandone un baliaggio. Ciò non comportò grandi mutamenti. Sul piano locale, i centri amministrativi rimasero le vicinanze, che continuarono a godere di una certa autonomia. Il baliaggio di Locarno venne affidato a un balivo assistito da alcuni funzionari locali che formavano il «Magnifico officio». Quest’ultimo era coadiuvato da un «Consiglio della comunità», formato da rappresentanti delle Università dei Nobili, dei Borghesi e dei Terrieri e da quelli di alcune vicinanze. L’epoca dei baliaggi si concluse alla fine del Settecento con l’invasione francese e la nascita della Repubblica Elvetica (1798). |
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Tenero, Casa Nessi risalente probabilmente al Seicento (sin.); Contra, nucleo architettonico della Còsta del Sei e del Settecento (foto Gianni Cima)
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All’epoca medioevale risalgono anche le prime testimonianze religiose. La prima menzione ufficiale della chiesa di Tenero è del 1238 («ecclexia sancti petri de gordura»). In documenti successivi viene indicata come chiesa di Tenero e Gordola; nel 1454, ad esempio, è citata come chiesa dei santi Pietro e Vincenzo di Gordola. Lo statuto giuridico non appare molto chiaro, la parrocchia di san Vincenzo Martire, con chiesa principale a Tenero, comprendeva anche Gordola e le Mondacce di Minusio. Nel 1896 Gordola aprì al culto la nuova chiesa di sant’Antonio e la chiesa di san Vincenzo Martire divenne comparrocchiale. Nel 1921, con un laborioso accordo tra le due parrocchie, l’edificio sacro di Tenero divenne di proprietà della nuova parrocchia di Tenero. Difficile stabilire l’origine della chiesa di San Bernardo di Contra, dire se esistesse un edificio di culto perlomeno tardoromanico, difettando per il momenti di approfondite indagini archeologiche. L’edificio attuale sorge su murature medioevali come lo testimoniano i dipinti murali della seconda metà del XV secolo. Importanti lavori furono eseguiti nel XVII secolo: cappella del Rosario (1605), la sacrestia (prima del 1669), il campanile (1682); i dipinti della volta e della lunetta del coro furono realizzati nel 1863 da Giovanni Antonio Vanoni. L’Oratorio della Beata Vergine della Fraccia, edificato dagli «uomini di Contra» intorno al 1640-1645, su disegno di un architetto tuttora anonimo, va fatto risalire a un tabernacolo votivo alla Vergine, eretto attorno a 1636. Ricco è pure il patrimonio di cappelle/tabernacoli disseminati sul territorio, lungo le antiche strade. Si segnalano in particolare la Capèla Patá a Tenero e quella di Beltríga a Contra. |
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Tenero, Chiesa dei santi Pietro e Vincenzo Martire (sin.); Contra, Chiesa di san Bernardo (foto Gianni Cima)
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Ottocento
Il 1803 segnò la nascita del canton Ticino. Progressivamente si andava delineando un nuovo mondo, sostenuto dalle città, ma osteggiato dalle campagne. Il lungo e sofferto passaggio dall’«Amministrazione patriziale» alla «Municipalità» è emblematico: per quasi un secolo ci fu una sovrapposizione tra il patriziato e il comune. Purtroppo l’incendio della casa comunale di Contra (1899), che distrusse l’intero archivio comunale, ha pregiudicato irrimediabilmente le ricerche storiche. Tenero, posto allo sbocco della Valle Verzasca, rappresentava il luogo di interscambio con il lago, in particolare per il legname che veniva fatto scendere a valle con il metodo della flottazione. La presenza dell’acqua e la posizione viaria strategica (collegamenti via lago e, dal 1874, ferroviari), spiegano la scelta di Tommaso Franzoni, figlio di un’illustre casato di Locarno, di fondare, nel 1853, sui terreni della sua famiglia a Tenero, la prima cartiera locarnese. Alla fine dell’Ottocento, grazie ai lavori di costruzione della ferrovia, sorsero diverse aziende dedite alla lavorazione del granito estratto nelle cave di Brione Verzasca. La presenza di questa importante realtà industriale diede vita a un vivace movimento operaio che portò alla fondazione delle prime organizzazioni operaie e a duri confronti (scioperi, serrate, licenziamenti ecc.); queste vicende videro Guglielmo Canevascini (1886-1965), futuro consigliere di Stato, muovere i primi passi nella lotta sindacale. Nuovi impulsi vennero infine dalla costruzione della Centrale idroelettrica che sfruttava le acque del fiume Verzasca (1908). |
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Tenero, Cartiera, prima del 1948
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Novecento
Fino alla metà dell’Ottocento Contra era la sede dell’autorità comunale mentre le terre al piano, scarsamente abitate, erano una risorsa agricola complementare alle zone collinari. Lo sviluppo industriale spostò a Tenero il baricentro economico e demografico e provocò lo spostamento del capoluogo della «Municipalità di Contra» a Tenero. Il 10 aprile 1910 l’Assemblea comunale decise di trasferire la sede del Municipio da Contra a Tenero e diede avvio alla costruzione del nuovo Palazzo comunale a Tenero, che fu inaugurato nel 1912. Parallelamente si intrapresero le pratiche per modificare la denominazione del Comune che, il 13 maggio 1914, per decisione del Gran Consiglio, divenne «Tenero-Contra». Lo sviluppo industriale raggiunse l’apice nel secondo dopoguerra, poi iniziò il lento declino che culminò nel 2006 con la chiusura della Cartiera. Nel novembre del 1921 fu creata a Tenero, su una vasta superficie compresa tra il fiume Verzasca e il lago, la Cüra, uno stabilimento agricolo destinato alla riabilitazione e al reinserimento nella società civile dei soldati. Qui erano ricoverati uomini reduci dalla prima guerra mondiale, in precarie condizioni di salute. Dopo la seconda guerra mondiale, il numero dei pazienti diminuì drasticamente, per contro l’azienda agricola era in costante evoluzione e produceva consistenti benefici. Nel 1962 giunse inaspettata la svolta: la «Società solettese di ginnastica» ottenne l’autorizzazione a organizzare, nel corso dell’estate, un campo sportivo per ginnasti. L’esperienza mise in evidenza l’idoneità del sito per soggiorni sportivi. Dal 1963 prese avvio una nuova fase che possiamo definire «agricolo-sportiva» che portò, nel 1974, alla creazione del «Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero». Un nuovo settore si andava dunque profilando all’orizzonte: il turismo. Favorito dalla bellezza paesaggistica della zona collinare e dalla presenza del lago, il comune divenne a poco a poco una meta turistica apprezzata a livello nazionale e internazionale. I campeggi, gli alberghi, le residenze di vacanza e il Centro sportivo divennero così elementi importanti all’economia comunale. La costruzione della galleria Mappo-Morettina (1995) modificò poi radicalmente l’assetto viario comunale e creò le premesse per un nuovo sviluppo territoriale in connessione con lo svincolo autostradale. |
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Tenero, Palazzo comunale in costruzione, 1910-1912
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Il nuovo Millennio
L’inizio del nuovo Millennio coincise, per il comune, con un’ulteriore radicale trasformazione a livello territoriale e strutturale. Il settore industriale, che nei decenni del secolo scorso forniva il maggior apporto all’economia del comune, subì un radicale ridimensionamento; si ricordi a tal proposito la chiusura della Cartiera nel 2006, un’industria nata nel 1853 e che, negli anni Cinquanta del secolo scorso, dava lavoro a 350 dipendenti. Parallelamente si assistette al declino dell’attività agricola sempre più in difficoltà, come il settore secondario, a fronteggiare l’agguerrita concorrenza di un mercato globale. Nel caso specifico concorsero tuttavia anche altri fattori. La costruzione dell’A13 sconvolse l’assetto territoriale tagliando la pianura di Tenero con un tracciato diagonale rispetto all‘ordito delle strade esistenti, a loro volta disegnate dalla parcellazione agricola. Ne risultò un frazionamento, di dimensione e forma tale da rendere poco redditizia la coltivazione. Vennero così a crearsi due zone funzionali, codificate nel Piano regolatore del 1996: una nord dell’A13 destinata all’edilizia artigianale e soprattutto residenziale con un alto indice di sfruttamento, che rese economicamente poco conveniente il proseguimento delle attività agricole; l’altra a sud dell’A13, un “parco” con connotazioni differenti: campeggi, Centro sportivo, aree comunali per lo sport e lo svago ecc. Il nuovo collegamento stradale e il relativo svincolo delle Brere accrebbero notevolmente l’attrattività del nostro comune, alle porte di Locarno e, in futuro, collegato direttamente all’A2. Conseguenza di questo nuovo assetto territoriale fu la spettacolare accelerazione dell’attività edilizia residenziale e commerciale. Anche il territorio collinare seguì lo stesso destino; qui, fino alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, veniva praticata un’agricoltura di sussistenza, estintasi poi rapidamente con il ricambio generazionale. Si liberarono così diverse superfici edificabili sfruttate dapprima per realizzare case unifamigliari ed in seguito insediamenti abitativi più ampi. Politicamente cominciò a farsi strada l’idea di aggregarsi con altri comuni, ma una prima votazione nel 2004, volta alla costituzione di un nuovo comune comprendente la Valle Verzasca e i comuni di Gordola, Lavertezzo e Tenero-Contra, fu respinta dall’82% dei votanti; una seconda, sottoposta al voto popolare nel 2011, che prevedeva l’aggregazione dei comuni della sponda sinistra della Maggia, incontrò l’opposizione del 51% dei votanti. |
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Tenero-Contra, 2010
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Per ulteriori approfondimenti si consigliano i testi: Giuseppe Mondada (1988), Tenero-Contra, Locarno. Simona Canevascini (2010) (a cura di), Tenero-Contra. Un comune dai vigneti alle sponde del Verbano, Tenero-Contra. Mario Canevascini / Stefano Vassere (2012) (a cura di), Tenero-Contra. Nomi di luogo tra storia e territorio, Tenero-Contra. |
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